Il tempo del lutto

Il lutto nella vita di tutti i giorni

Già dai tempi passati, l’uomo ha sempre guardato alla morte come a qualcosa da respingere o negare, e il fatto stesso di vivere rende difficile immaginare una fine reale della vita: non è un caso, ad esempio, che alcuni popoli credano nella reincarnazione dell’anima dopo la morte del corpo. 
Nella nostra cultura, soffermandoci a pensare, il tempo viene scandito da ritmi, quali lavoro o altre attività, che sembra far allontanare dalla mente il pensiero della morte.

Gli uomini e il lutto

Quando si è toccati da un evento di lutto, si è soliti cercare una spiegazione attribuendosi colpe o trovando cause esterne maligne (ad esempio il medico che non ha svolto correttamente il proprio lavoro): la morte non viene recepita quindi solo come assenza, ma viene collegata ad un atto cattivo, ad un avvenimento spaventoso che reclama vendetta e punizione.

Se si osservano alcuni riti funerari, ci si accorge che il loro scopo è proprio quello di diminuire l’ira degli dei o della gente per non essere riusciti a salvare la persona cara.
La Tradizione delle “donne dei lamenti” in alcuni paesi dell’Italia meridionale ne è forse l’esempio: mogli, sorelle e madri dei defunti battono il petto, si strappano i capelli, rifiutano di mangiare, riconoscendo la vittoria del destino sull’uomo e chiedendo pietà per le proprie responsabilità nella morte del parente. Può stupire che, accanto a questi sentimenti di vergogna e di tristezza, se ne possono manifestare atti di collera verso il defunto: si pensi solo al bambino che s’arrabbia con la mamma morta perché non può giocare con lei. Nella nostra cultura, la pietra tombale e il gesto di buttare un pugno di terra sulla bara al momento della sepoltura deriverebbero dal desiderio di tenere sotto terra le parti cattive del defunto, preservando quelle buone per il ricordo: in modo simile si comportavano anche i nativi americani (o indiani) che lanciavano in aria frecce e lance per allontanare gli spiriti malvagi del morto. Tutto ciò forse sorprende, ma aiuta a capire che l’uomo non è sostanzialmente cambiato nel tempo e che di fronte ad un evento importante come la morte si trova unito nei sentimenti e nelle paure con i suoi simili. Quindi, anche se una persona prova un grande dolore per la perdita di un parente caro, può pensare che chi le sta attorno è in grado di capirla e di aiutarla.

Il Lutto nella vita di tutti i giorni

L’uomo conosce il “lutto” dalla nascita. Ogni volta che nella vita cambia qualcosa (giocattolo, casa, compagnia, lavoro…) si verifica un lutto: l’uomo acquista in esperienza, ma perde parte di ciò che aveva conosciuto in passato. Quando muore un familiare, questi lascia ricordi intensi, ma anche un grosso lutto che non può essere subito coperto. A cominciare dalle questioni più pratiche: chi penserà ai figli o ai genitori anziani? Chi porterà a casa i soldi necessari? Come farà il coniuge senza il suo affetto? Chi sbrigherà i suoi affari? E’ naturale che questo tipo di cambiamento impegni maggiormente i familiari del defunto, costretti in breve tempo a riorganizzare la propria vita. La maggior parte, prima o poi, riesce ad accettare il cambiamento e la nuova identità (ad esempio, di vedovo/a), senza grandi ripercussioni nella vita sociale. 
  • Leggi di più ...

    Ma se questo accade è perché è presente un corretto senso di adattamento che non è mancanza di rispetto per la memoria del defunto, ma spinta a vivere una nuova vita. Accettando la realtà, si abbandona quella parte di noi che non vuole credere che la persona cara sia morta. In altre parole ammettendo che anche noi (in parte) possiamo morire dichiariamo di essere disposti a cambiare abitudini e comportamenti. La morte è parte della vita ed è inevitabile: riconoscerlo mette forse angoscia, ma permette di superare con meno problemi i momenti in cui risulta difficile dare un senso all’esistenza.

Controllare il lutto

Ogni persona reagisce agli eventi della vita in modo diverso. Nella situazione di lutto, c’è chi maschera la propria sofferenza non esprimendo le proprie emozioni e c’è chi riesce a trovare da solo gli stimoli per andare avanti.
Molto spesso il periodo successivo alla morte di una persona cara comporta nuove esigenze: si cerca l’occasione per confrontarsi con persone che hanno avuto esperienze simili, è un momento in cui l’attenzione a se stessi e alle proprie reazioni va messa in primo piano.
Chi crede possibile far passare in fretta questo periodo prendendo esempio ad esempio delle medicine buttandosi a capofitto sul lavoro si deve spesso ricredere: la situazione di lutto richiede tempo per permettere un adattamento stabile. Comunque un primo passo per evitare che questo periodo naturale dia complicazioni è prendere conoscenza (senza allarmarsi) dei normali sintomi che può avvertire una persona colpita da lutto.
  • Leggi di più ...

    Tra i SINTOMI FISICI, possono manifestarsi dolori corporali (mal di testa e di schiena, nausee, vista confusa), insonnia e perdita dell’appetito, abuso di medicine (o di tabacco e alcol), una maggiore facilità ad ammalarsi, la sensazione di avere sintomi simili a quelli del defunto.

    Tra i SINTOMI PSICOLOGICI, l’eventuale stato di depressione successivo al decesso può dar luogo a crisi di pianto, a sensazioni di fatica mentale, di svogliatezza e perdita degli obiettivi della vita. L’ansia può manifestarsi con rabbia e sospetti verso persone e situazioni, o anche con la messa in atto di comportamenti di ricerca dello scomparso.

    Da ricerche svolte risulta che la perdita di una persona cara ha in genere conseguenze serie per la salute di chi gli era legato solo se si combinano diverse circostanze negative. Certamente, l’isolamento da parenti e amici e la scarsa abitudine ad adeguarsi alle difficoltà (vedi nelle persone anziane) rappresentano due elementi di rischio. Inoltro, alcune persone possono ancora risentire di perdite passate: in tali casi, siccome la nuova situazione di lutto rischia di riaprire le vecchie ferite, il sostegno di persone fidate può risultare davvero decisivo.


Le tappe del lutto normale

Anche nelle situazioni di difficoltà, la persona passa di solito attraverso 4 fasi prima di accettare definitivamente il lutto avvenuto:
1. DISORIENTAMENTO: è la risposta iniziale alla morte, uno strato di choc che paralizza. Si vorrebbe tornare indietro, la notizia non sembra vera, i bisogni di fame e di sonno sono minimi.
2. RABBIA E PROTESTA: dopo lo choc, si manifesta una forte emozione, che spesso provoca il pianto o comportamenti di ricerca del defunto. La rabbia può diventare accusa verso se stessi o verso persone reputate colpevoli di aver abbandonato il morente (parenti, dottori).
3. DEPRESSIONE: è una fase delicata, perché è più avvertita la sensazione che il defunto non tornerà. Situazioni, atti a lui legati cominciano a far parte del ricordo e non della realtà.
4. ADATTAMENTO: la persona accetta la morte come fatto e il suo nuovo stato (di vedovo/a, orfano…) trova la forza di ritornare alla vita sociale con la partecipazione di sempre.

Aiutarsi con gli altri

Gli uomini convivono con la morte da quando esistono. Hanno cercato con le loro celebrazioni di tramandarsi usanze che permettessero di affrontarla adeguatamente. La tomba dà modo ai parenti e alla società di tollerare l’emozione della perdita. Non c’è più la persona cara, ma rimane un simbolo (la lapide) che la ricorda e garantisce la continuazione del rapporto con lei.
Morire è poi un fatto sociale: la comunicazione della perdita del famigliare col rito funerario permette di manifestare la sua appartenenza ad una famiglia, ad una civiltà per richiederne consolazione. 
Grazie a questi costumi, chi ha bisogno di conforto ha dunque le basi per AIUTARSI ED IMPARARE AD AIUTARSI.
Innanzitutto, la presenza di persone che accolgano la sua voglia di sfogarsi risulta essenziale. Tutti possono dare una mano: parenti, amici, religiosi, medici, infermieri; a volte è sufficiente che la persona in lutto senta che chi ha di fronte la ascolta in maniera umana e sincera.
Se i colloqui non bastano, può diventare utile leggere libri che trattano il problema della morte.

Continua a leggere
Icona Telefono
Contattate lo staff dell’agenzia per avere maggiori informazioni
Chiama
Share by: